Linee di indirizzo Centro Promozione Legalità

“Parlare di legalità rischia di suonare retorico se le parole non si traducono in progetti, lavoro, opportunità di cambiamento; se ci si ferma all’aspetto criminale senza incidere sulle cause sociali, culturali, economiche dell’illegalità (…). Il vincolo culturale delle mafie si spezza partendo dalla scuola, promuovendo la consapevolezza dei giovani, la loro voglia di capire e di decidere senza condizionamenti, di contribuire al bene comune. <La mafia teme la scuola più della giustizia>, diceva Nino Caponnetto, grande giudice e <padre> professionale di Giovanni Falcone e Paolo Borsellino.” (Luigi Ciotti, Cambiare noi)

  • Il progetto di costituzione del Centro Territoriale per la promozione della Legalità si gioca dentro a questo orizzonte, che assume come focus la formazione di una coscienza civile nei ragazzi, l’educazione ad un’etica della responsabilità, la maturazione di “life skills”, l’assunzione di stili di vita non inclini al compromesso.
  •  La parentela tra promozione della legalità e promozione della salute è quindi immediatamente cogliibile, soprattutto se si pensa alla salute nei termini che la rete lombarda SPS (Scuole che Promuovono Salute) ha fatto propri, con particolare riferimento a due dei quattro ambiti strategici: la qualificazione dell’ambiente sociale attraverso la promozione di clima e relazioni positive e la collaborazione comunitaria attraverso la costruzione di alleanze positive.

 “L’importante è che ognuno può e deve fare la propria parte, che bisogna imparare il coraggio (…), il coraggio di fare scelte scomode e di rifiutare i compromessi, quelle piccole transazioni con la coscienza che ti mettono su una china dalla quale poi è sempre più difficile risalire.”  (Luigi Ciotti, La speranza non è in vendita)

  • Tutte le azioni progettuali previste mirano alla creazione di un “habitus” mentale e delle relative “buone pratiche”.
  • Ecco perché non ci si può muovere semplicemente sul piano della “denuncia”, che pure costituisce una premessa indispensabile per arrivare alla “pars construens”: la partecipazione attiva degli studenti alle iniziative territoriali in tema di legalità e lotta alla criminalità organizzata non deve esaurirsi in un arco spazio/ temporale circoscritto, ma comporta un’opera di stratificazione di atteggiamenti e modalità comunicativo/relazionali adeguati.
  • Fondamentale è in prima istanza la costruzione di una “memoria storica”, intesa come patrimonio che va reso fruibile per l’intera comunità territoriale. Di qui l’importanza che può rivestire il primo tra gli obiettivi del progetto: la costruzione di un Centro di Documentazione che raccolga, cataloghi e aggiorni continuamente le esperienze maturate in questi anni dalle scuole in rete in tema di legalità.
  • I rapporti fra tutti gli attori che, insieme alle scuole, collaborano alla costruzione delle buone pratiche, sono intesi e di fatto già praticati come rapporti “solidali” e non semplicemente formali, poiché mettono al centro la formazione dei singoli e ad un tempo l’interesse comunitario. Grande rilievo assume in questo senso la collaborazione, così riconnotata, con le Forze dell’Ordine.
  • Particolare attenzione viene riservata alle “emergenze educative” e sociali: se è vero che la lotta alla mentalità di stampo mafioso parte dalla sostanziale correttezza nelle relazioni interpersonali, allora non è possibile ignorare alcuna forma di prevaricazione, come può essere, oggi, quella del “cyberbullismo”, cui in una seconda fase il progetto intende dedicarsi.

Paola Bruschi
DIRIGENTE SCOLASTICA