Stalker a processo, ma è tutto finto

A Mantova udienza simulata per gli studenti della classe V SB del liceo delle scienze umane Manzoni di Suzzara. Veri giudici, magistrati e avvocati.

MANTOVA. Promuovere la cultura della legalità e far conoscere ai ragazzi il sistema di funzionamento della giustizia, coinvolgendoli in prima persona nella simulazione di un processo penale.

È questo l’obiettivo del progetto “Gps Mantova: un navigatore per un viaggio nella giustizia”, promosso dalla rete territoriale del "Laboratorio Nexus" e realizzato grazie alla collaborazione della Camera Penale e dell’Ufficio esecuzione penale esterna di Mantova, che ha coinvolto la classe V SB del liceo delle scienze umane Manzoni di Suzzara.

Ad assistere i ragazzi durante lo svolgimento del processo, che si è tenuto ieri nell’aula di Corte d’Assise di via Poma, erano presenti il giudice del tribunale di Mantova Matteo Grimaldi, il pubblico ministero Silvia Bertuzzi, l’avvocato difensore Marina Alberti e l’avvocato Viviana Torreggiani per la parte offesa. Dopo una prima parte introduttiva di confronto e di preparazione dell’udienza, gli studenti, divisi in gruppi, hanno avuto l’opportunità di affiancare i magistrati, partecipando attivamente al dibattimento e rivolgendo domande ai testimoni.

«Qui a Mantova è la prima volta che un’iniziativa di questo tipo viene proposta alle scuole, ma ha avuto un ottimo riscontro sia da parte degli studenti che delle loro famiglie - ha detto Daniela Puce, insegnante di diritto ed economia politica al Manzoni -. Credo che il valore aggiunto del progetto sia il coinvolgimento diretto dei ragazzi che, attraverso un percorso formativo e laboratoriale, hanno acquisito non solo contenuti riguardanti le norme giuridiche, le istituzioni e il funzionamento di un processo penale, ma anche competenze e strumenti concreti per mettere in pratica le loro conoscenze».

Dopo aver seguito alcune lezioni teoriche, gli studenti, assistiti dagli insegnanti e da avvocati della Camera Penale di Mantova, hanno elaborato una possibile norma giuridica (in questo caso riguardante un caso di stalking) per poi studiarne i meccanismi di applicazione in aula. «Lo scopo è quello di far capire ai ragazzi che il processo è costituito da un insieme di regole precise, che devono essere seguite per garantire a tutti una decisione equa - ha spiegato l'avvocato Gloria Trombini, coordinatrice del progetto e vice presidente della Camera Penale di Mantova -. Sono soddisfatta perché la fatica e l’impegno spesi in questi mesi per organizzare il processo simulato e le diverse attività sono stati ripagati dall’interesse e dalla partecipazione dimostrati dagli studenti e da tutti gli avvocati e i magistrati coinvolti».

Elena Poli