Il Bonomi Mazzolari a Cinisi (Palermo)

Diario di viaggio a Cinisi (presentazione)




La mafia abbruttisce


Poesia di Chiara Bottoli

TERRA

Sul finir del giorno cala il sole

nel lontano orizzonte.

Zaffate di zenzero e cannella

s’impigliano tra i barbigli di dorati agrumeti.

Solitari mandorli drappeggiano i monti

che ancor sbuffano di zolfo e lava.

Così è la terra degli uomini muti,

la terra dei silenzi sepolti,

la terra degli spari nascosti,

la terra dei narcisi recisi e grondanti di sangue.

È la terra del tritolo

che festeggia il patrono.

È una terra da arare,

una terra ancora da seminare

una terra da rivivere.

Chiara Bottoli


Riflessioni

Riflessioni

Credo fermamente che la fede nella giustizia non debba mai venir meno.

Ma che cosa significa essere giusti?

Giusti significa avere il rispetto della propria vita e della vita altrui, perchè la vita è “dono”, indipendentemente dai credo religiosi.

Essere giusti significa avere il coraggio di parlare, parlare per essere sinceri, parlare per aiutare, battersi per le proprie idee.

La strada più difficile è quella dell’onestà, della legalità.

Forti e coraggiosi sono coloro che la perseguono, pur sapendo cosa potrebbe attenderli.

Il nome dei giusti non si può dimenticare.

Cosa possono fare i giovani per portare avanti la lotta contro la mafia, “gli ingiusti”, i “prepotenti”, i “subdoli che strisciano come serpenti nell’erba per colpire a tradimento”?

Innanzitutto vivere la loro quotidianità con la voglia di fare e di cambiare qualcosa. Vivere nell’onestà e non nella corruzione, denunciando l’illegalità senza ricorrere alla violenza.

Non ha senso rincorrere grandi ideali, scrivere grandi cose, se falliamo miseramente nella quotidianità che viviamo.

La lotta contro la mafia si costruisce con pietre piccole, che faranno da base a grandi costruzioni.

Questo devono fare i giovani come me, cominciando da loro stessi. Vivendo nella giustizia.

Credo che la mafia sia ovunque, come una diramazione di arterie e vasi …

La mafia è regina e ha potere.

Coloro che tacciono, si adeguono, stanno nel silenzo, schiavi della paura, sono complici, non meno mafiosi dei mafiosi.

Siamo in guerra, in guerra contro un nemico forte e se non siamo uniti non possiamo farcela.

Chi vince? Chi non ha paura di morire.

Queste sono alcune riflessioni personali che ho fatto grazie all’esperienza vissuta in sicilia, dove ho capito che la correttezza nella quotidianità delle piccole cose, condivisa con altre persone, può dare molto.

Chi erano per me prima di questa esperienza Falcone e Borsellino? Erano due nomi sentiti pronunciare tante volte.

Ora hanno un significato: il coraggio!

Sofia Bertolini