Il presidente di Libera a colloquio con i ragazzi delle scuole superiori. Dai migranti ai social, fino alle mafie: «Sono tornate forti»

Valentina Gobbi, Gazzetta di Mantova 6 Febbraio 2019

ASOLA. Ascolto e condivisione, azione e voglia di mettersi in gioco. Queste le parole che meglio rappresentano l’incontro del 6 febbario all’auditorium dell’istituto superiore “Giovanni Falcone”. Una mattinata che ha visto salire sul palco prima Luigi Guarisco, referente regionale di Libera Lombardia, e poi don Luigi Ciotti, presidente di Libera. Presenti le classi quinte di Asola e Gazoldo, il consiglio comunale dei ragazzi e delle ragazze e i rappresentanti di terze e quarte della sede di Asola, oltre a numerosi rappresentanti del territorio, a partire dal sindaco di Asola, Raffaele Favalli, dal collega di Gazoldo, Nicola Leoni, fino alla consigliera provinciale Francesca Zaltieri, al provveditore Novella Caterina, al comitato provinciale di Libera, guidato da Maria Regina Brun.

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Si è parlato di mafia e mafie, ma non solamente: «Oggi, in questa sala, siamo tutti diversi. Facciamo in modo che la diversità non diventi avversità, ma ricchezza» ha detto don Ciotti rispondendo alle domande del direttore della Gazzetta, Paolo Boldrini. E ancora: «Abbiamo il dovere di fermarci seriamente a riflettere, documentarci, essere seri, poi possiamo avere anche idee diverse ma molti estremi possono avvicinarsi». La parola dignità, citata da una studentessa durante il dibattito, per Ciotti «deve essere messa al centro».

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Non solo Giovanni Falcone e Paolo Borsellino: molti altri volti sono stati ricordati dagli alunni della scuola durante la pausa teatrale che ha suddiviso i due momenti della mattinata: Martin Luther King, Giuseppe Impastato, Aldo Moro, Rita Atria per citare alcuni nomi.

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«È stato toccante, quando avete ricordato alcune delle personalità mondiali che hanno fatto qualcosa per il proprio Paese – ha detto ai ragazzi don Ciotti – anche noi dobbiamo fare così, illuminare le cose belle e positive che ci sono nel nostro territorio. È mio compito, è nostro compito. Se notate, quando è abbastanza buio si possono vedere le stelle. Abbiamo il dovere di chiederci che cosa possiamo fare. Oggi, qui, ho sentito quelle stelle con l’intensità che avete voluto rappresentare in tutto questo: ricerche, cartelloni, cercare di capire, prove per cantare canzoni ricche di contenuti».

Un consiglio, poi, a tutti gli alunni presenti: «Non vivete di informazioni di seconda mano o per sentito dire, evitate il pericolo immenso della digitalizzazione. Così si rischia di perdere l’attenzione e il senso critico». Per don Ciotti «i social sono un’arma potente, ma non bastano per scendere in profondità. Si ha un flash, ma non si scatena quella curiosità, quella voglia di conoscere che serve per imparare e capire». Quanto alle mafie, don Ciotti ha avvertito: «Sono cambiate, ma la loro esistenza è sempre legata al raggiungimento di ricchezza attraverso la violenza agita o minacciata. Le mafie son tornate forti. Noi, invece, dobbiamo insieme diventare il cambiamento».